Il fine del programma è il lavoro: creare la massima occupazione.
Lo strumento per raggiungere l’obiettivo è il sistema monetario regionale Grano, complementare al sistema delle bce, che consente di recuperare le risorse finanziarie necessarie per realizzare gli investimenti infrastrutturali e strategici.
Il problema specifico e contigente è rappresentato nella mancanza di liquidità, irrisolvibile con l’attuale sistema monetario, quindi, occorre adottare subito un sistema complementare, il Grano.
Il Grano è una divisa territoriale che dà risalto al concetto di filiera corta, nasce libera dal vizio del debito e dell’interesse, ha funzione di strumento di scambio e di pagamento, e rende improbabile la formazione di una riserva di valore.
Il Grano include un incentivo (1 Grano vale 2 Euro) alla sua circolazione per rinvigorire lo scambio all’interno del territorio. Il Grano supporta la produzione regionale di beni e la fornitura di servizi, e, né fa un punto d’onore l’acquisto preferenziale di origine indigena.
Il Grano porta nuovo potenziale per la crescita economica alle piccole e medie imprese siciliane che sono responsabili della creazione dei posti di lavoro e che fanno profitti attraverso i mezzi di produzione, non dagli investimenti finanziari.
Il Grano è una valuta legale e fattuale che deve guadagnare legittimità “convenzionale” attraverso la fiducia della popolazione e le iniziative che le Istituzioni adotteranno per promuovere la sua diffusione ed il suo utilizzo su tutto il territorio della Regione Siciliana.
Questo è possibile solo se vengono combinati determinati fattori:
- Primo, lo strumento operativo: una moneta elettronica che deve essere usata in analogia alla moneta scritturale bancaria come mezzo di scambio e di pagamento.
- Secondo, un “Patto d’interesse generale” che consente la spendibilità del Grano attraverso un sistema di conti per ciascun partecipante.
- Terzo, la struttura Istituzionale: la Banca Complementare Siciliana che, garantendo con beni reali la convertibilità, gestisca il nuovo sistema monetario regionale.
- non è unostrumento “ufficiale”, significa che nessuno è obbligato ad accettarlo, l'accettazione è solo volontaria;
- il suo uso è limitato solo dalla geografia;
- il Grano per la valuta ufficiale comporta un tasso di cambio pari a 2 Euro;
- il Grano non comporta interessi, non è emesso a debito, e, viene accreditato.
L’Euro è più adatto per gli scambi internazionali, per la competizione, l’accumulo e la redistribuzione della ricchezza attraverso i risparmi e gli investimenti che richiedono un dividendo che cresce esponenzialmente. Diversamente, il Grano è più adatto per promuovere obiettivi sociali, culturali ed ecologici.
Il Grano è un marchio che deve avere e anche garantire una certa qualità, con lo sviluppo dei livelli di qualità, si distingue deliberatamente dalle altre valute ufficiali.
Il Grano ha le sue caratteristiche distintive all’interno di questo scenario:
- connette gli operatori all’interno della Regione, beneficiando tutti i partecipanti al Patto d’interesse generale;
- funziona all’interno del contesto dell’economia regionale;
- è complementare alla pre-esistente valuta nazionale;
- riduce il rischio a lungo termine sia d’inflazione che di deflazione;
- la sua circolazione è promossa con un sostanzioso incentivo;
- è adottato Istituzionalmente ed è non profittevole;
- è democraticamente controllato e funziona in modo trasparente;
- è utile ai membri della comunità individualmente, alle PMIS ed agli enti locali;
- incoraggia un pensiero ecologico, crea vie di trasporto più corte ed efficienti;
- incoraggia la comunità regionale rinforzando l’identità tradizionale.
Per questo si parla di valuta complementare e non alternativa.
L’autonomia economica e finanziaria è più raggiungibile nelle regioni con maggiore diversificazione di produzione e paradossalmente con maggiori penalizzazioni geografiche, come lo è, di fatto, la Sicilia.
La costruzione di un’economia regionale crea un nuovo principio di base per le politiche economiche e sociali. L’introduzione di valute regionali può dimostrarsi come uno dei più potenti strumenti per la realizzazione di un nuovo progetto d’integrazione a livello europeo.
Iniziative e programmi regionali esistenti diventano i “soci naturali” di questo rinnovamento sociale.
L’attuale sistema monetario funziona come un’idrovora che aspira il capitale fuori dalle regioni dove viene generato e lo riversa in quelle regioni, dove ottiene il massimo profitto. E’ della massima importanza il limitare geograficamente la circolazione monetaria che esiste primariamente e soprattutto per soddisfare le esigenze della regione.
Creando un “argine” per mantenere la moneta al suo interno, può dimostrarsi l’unico modo a disposizione di una regione per mantenere la sua liquidità, “Sicilia docet ”.
In altre parole, se il Grano deve servire la Regione, a differenza dell’attuale valuta che segue unicamente il maggior profitto, la sua circolazione deve essere limitata alla Sicilia.
In questo momento la nostra valuta è simultaneamente un mezzo di scambio, uno standard di valore, un’unità di conto ed un mezzo di riserva del valore. Il problema fondamentale è che come sistema di riserva di valore viene associato con la crescita esponenziale della domanda e con la mobilità illimitata. Poiché oggi gli investimenti nei mercati finanziari rendono maggiormente che gli investimenti nelle imprese produttive, sempre meno moneta fluisce, dove i posti di lavoro vengono creati.
I compiti primari del Grano sono ottimizzare il suo ruolo come mezzo di scambio, come unità di conto (valida solo all’interno di un’area geografica limitata) e come deposito di valore progettato esclusivamente per garantire investimenti strategici e durevoli che darebbero lavoro a 250.000 disoccupati siciliani.
Il Grano consente riequilibrare:
il gap infrastrutturale rispetto al resto d'Italia;
la differenza del numero degli occupati rispetto al tasso di attività;
il reddito disponibile delle famiglie da € 13.000 a € 18.000, riportandolo nelle medie nazionali;
infine, il pil regionale, che crescerebbe nel 2014 da € 82 a 96 miliardi, pari a circa un punto percentuale del pil Nazionale.
Progetto Sicilia di Giuseppe Pizzino
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