lunedì 7 luglio 2014

Crisi Sicilia: LA SOLUZIONE FINALE DELL'IMPRENDITORE GIUSEPPE PIZZINO, Progetto Sicilia.

Abbiamo lanciato un guanto di sfida a giornalisti, politici, economisti e giuristi.

La sfida consiste nella proposta di un confronto costruttivo nell’interesse della Sicilia e dei Siciliani. Progetto Sicilia è in grado di dimostrare che, facendo lavorare i 250.000 disoccupati, in cerca di occupazione, per realizzare investimenti infrastrutturali e strategici (€ 40 miliardi in 5 anni), pagati dalla Regione, i benefici finanziari per le casse della Regione sarebbero maggiori rispetto al costo sostenuto per realizzare, subito, la piena occupazione in Sicilia. Progetto Sicilia invita politici, economisti, editorialisti, deputati, assessori, Presidente del Governo a raccogliere il guanto di sfida: provate a confutare!




Questi i numeri: anno 2014, maggiori entrate per € 3.350 milioni e risparmi per € 2.950 milioni sommano € 6.300 milioni a fronte del costo lavoro pari a € 6.250 milioni.

Inoltre, nel 2015, l’effetto del progetto di crescita (17,2% Pil regionale/1% Pil nazionale) determinerà maggiori entrate tali da ridurre il debito della Regione a € 7,9 miliardi (€ 4,5 verso banche e € 3,4 verso terzi), diversamente dalla stima in € 20 miliardi (€ 4,5 verso banche, € 15,5 verso terzi) dell’assessore all’economia dottor Luca Bianchi.
Siete invitati a dimostrare, in un serio confronto pubblico, l’inesattezza della nostra tesi, diversamente, avere l’umiltà di condividerla, nell’interesse della Sicilia e dei Siciliani.

Occupare tutti i disoccupati (capitale umano) costa € 6.250 milioni.
Questo è il costo medio, pari a € 25.000 annuo, per occupato.

A fronte di questo costo corrispondono maggiori entrate per: Irpef € 650 milioni; Ires € 950 milioni; Irap € 350 milioni; Iva € 800 milioni; straordinarie (spiegato in pubblico) € 600 milioni. Totale maggiori entrate € 3.350 milioni.

Questi i risparmi: CID (e/o ammortizzatori sociali equivalenti) costo per la Regione (stima prudenziale) pari a € 12.000 anno per 60.000 lavoratori, per un importo di € 720 milioni. 20.000 dipendenti della formazione che troverebbero lavoro per un risparmio di € 18.000, pari a € 360 milioni l’anno. Risparmio di € 1.420 milioni proveniente dagli assessorati (escluso: Presidenza, Sanità, Autonomie locali, e, Istruzione cui, di contro, maggiori risorse per € 115 milioni) interessati dagli investimenti.

Infine, risparmio per una sana amministrazione della cosa pubblica (soprattutto sanità) pari al 3% del totale delle uscite (€ 15 miliardi anno) per € 450 milioni. Totale dei risparmi € 2.950 milioni, e, maggiori entrate per € 3.350 milioni sommano € 6.300 milioni a fronte di un costo lavoro pari a € 6.250 milioni.

Attenzione, bisogna intervenire subito, non sottovalutate che l'anno scorso, in Sicilia si sono persi 39.000 posti di lavoro e hanno chiuso 6.000 imprese.

Questo ha significato che, in ogni comune della Sicilia, nel vostro comune, i disoccupati sono aumentati di altre 100 unità e hanno abbassato le saracinesche altre 15 attività. I numeri parlano chiaro, non sono equivoci, dovevano fare tremare le vene ai polsi. Questi numeri, già drammatici, che tutti pensavano fossero gli ultimi di una lunga serie, difficilmente replicabili, saranno peggiori quest’anno, l’apocalisse sociale!

Nei primi tre mesi del 2013 hanno perso il lavoro altri 34.000 lavoratori, quasi quanto l'intero 2012, significa che potrebbero aggiungersi ai disoccupati altri centomila siciliani, badate bene, altri 250 cittadini del vostro comune si troveranno senza occupazione.

Altre 25 attività del vostro comune chiuderanno. Questo è un evento eccezionale che non ha precedenti nella storia di Sicilia. Quando si vuole rappresentare quanto una situazione sia grave socialmente ed economicamente si fa riferimento alla Grecia.

Ebbene, state ben attenti, la disoccupazione giovanile nel resto di Italia è del 32% in Grecia è il 44%, in Sicilia questa è del 52%. Questo è il vero tsunami! Quando le onde si ritireranno resteranno disperazione, povertà e tanta rabbia da sfogare nei confronti del primo che capita.

La soluzione al problema esiste ed è subito praticabile, questa è la proposta di Progetto Sicilia, la moneta siciliana denominata Grano. Una situazione eccezionale, quale è quella economica e sociale della Regione Siciliana, per essere risolta ha bisogno di strumenti eccezionali come un sistema monetario regionale complementare al sistema delle banche centrali europee, che consenta di fare incontrare il capitale umano rappresentato dai disoccupati in cerca di lavoro ed il lavoro da fare, che di certo non manca, tale da ridurre il gap infrastrutturale tra la Sicilia ed il resto d’Italia.

Non restate impassibili a guardare la progressione degli eventi, affrontate il problema con coraggio e determinazione, evitate di essere maledetti per la vostra inerzia, non solo dai vostri concittadini ma anche dai vostri figli.

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