Emettere moneta senza violare il Trattato di Maastricht, è possibile.
In base al Trattato UE, la Sicilia non può abbandonare l’attuale sistema Euro.
E’ opportuno ricordare le norme che trattano dell’argomento monetario:
esso prevede che si debba “conseguire il rafforzamento e la convergenza
delle proprie economie e ad istituire un’Unione economica e monetaria
che comporti, in conformità delle disposizioni del presente trattato e
del trattato sul funzionamento dell’UE, una moneta unica e stabile”.
L’articolo 3, paragrafo 4 del Trattato prevede che “L’UE istituisce
un’unione economica e monetaria la cui moneta è l’euro”. La BCE e le BCN
possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle BCN
costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.
Dunque, si deve convenire, che la Sicilia non può abbandonare l’Euro, né
potrebbe battere moneta per conto proprio.
Tuttavia, l’articolo
128, paragrafo 1, terzo periodo, del Trattato, nello stabilire che solo
le banconote emesse dalla BCE e dalle BCN hanno corso legale
nell’Unione, non vieta però che i singoli Stati membri, a maggior
ragione la Sicilia, possano emettere proprie banconote. Questo significa
che la Sicilia ha facoltà di emettere banconote, purché prive di “corso
legale”, cioè a patto che esse risultino sprovviste dell’obbligatorietà
della loro accettazione quale mezzo di pagamento. Ergo, la Regione
Siciliana può emettere banconote la cui accettazione sarebbe
facoltativa.
Riepilogando, la Sicilia pur non abbandonando l’euro
può creare una moneta complementare regionale, che affiancherebbe, ma
non sostituirebbe l’Euro, e la cui accettabilità come strumento di
pagamento sarebbe lasciata alla volontà dei cittadini e degli operatori
economici. La Sicilia, nell’attuale situazione di rarefazione monetaria,
può alleviare la crisi di liquidità, con grande sollievo per le imprese
e le famiglie, emettendo una propria moneta complementare che sarà la
moneta regionale complementare all’Euro.
Giuseppe Pizzino
Nessun commento:
Posta un commento